LAMBRATE: IERI, OGGI E DOMANI - NOTE STORICHE E OBIETTIVI FUTURI

L'immenso libro della storia di Lambrate si apre circa due secoli prima dell'era cristiana. I confini lambratesi sono segnati dalla II Lapidem (inizio via Amadeo) e dalla IV Lapidem (cascina Villa Landa). Gli altri due confini erano a levante il Lambro, e a ponente all'altezza delle attuali vie Aselli, Ponzio e Teodosio. La conferma che Lambrate fu romana, è il ritrovamento della Cappelletta (luogo di culto tuttora simbolo religioso del quartiere). Prima, durante e dopo questa epoca, Lambrate è conosciuta come villaggio agricolo rurale per la fertilità dei suoi terreni ricchi di acque, anche sorgive; il Lambro, ai tempi, era pescoso e navigabile.

Dopo l'era longobarda, verso la fine del X sec. d.C., Milano torna ad essere la capitale della regione. E Lambrate, da una pergamena del 1166, risulta addirittura elevata a borgo imperiale. A Milano segue poi la dominazione spagnola, che durerà fino al 1714; gli spagnoli prendono possesso anche del territorio di Lambrate dando vita alla prima industria bellica lambratese: "La Polveriera", che sorgeva sull'area dove oggi sono "I Martinitt".

Al cessare della dominazione spagnola sul ducato di Milano, subentra quella austriaca; sarà Napoleone, nel 1805, a trasformare Lambrate in libero comune. Nel 1808 Lambrate viene per la prima volta annessa a Milano, ma con il ritorno degli austriaci nel 1816 tornerà ad essere un comune indipendente e rimarrà tale per 108 anni, per essere poi annessa, con altri 10 comuni dell'hinterland, al Comune di Milano nel 1924.

Come tutta Milano, anche Lambrate vivrà durante la Seconda Guerra Mondiale il dramma dei bombardamenti. Con gli anni Cinquanta e il boom economico, le grandi fabbriche del quartiere, su tutte l'Innocenti, si consolidano come polo centrale di Lambrate, connotandone fortemente il territorio in termini urbanistici e sociali: un quartiere di operai che lavorano e vivono nel quartiere. A Lambrate si produce la mitica Lambretta, icona del romantico e americano "Vacanze Romane", ma a Lambrate Luchino Visconti girerà anche "Rocco e i suoi fratelli", vero manifesto del neorealismo italiano. A partire dagli anni '70, inizia a Lambrate la dismissioni industriale. L'Innocenti chiude gli stabilimenti nell'area e progressivamente molti altri impianti produttivi vengono delocalizzati, dando vita a un paesaggio post-industriale surreale e imponente.

Con gli anni 2000 inizia il processo di riqualificazione. L'ex Faema e le aree dove un tempo prosperava l'indotto della Innocenti iniziano a trasformarsi nell'ambito di un progetto di rinnovamento del quartiere dotato di una identità culturale forte: creare conservando, ricordare proiettandosi nel futuro, fare molto con poco, vivere in una periferia e contaminarla con incursioni artistiche, sempre in un doppio movimento di elevazione concettuale e ancoraggio storico.

Da qui la Lambrate di oggi, un luogo bello e laborioso, da amare e da conoscere, un laboratorio aperto ad essere contaminato, senza mai perdere la propria identità, un luogo dove lavorare e non dormire… Made in Lambrate è un progetto sano e lungimirante per un quartiere che vive, crea e produce 365 giorni l'anno. Con un obiettivo dichiarato: far rinascere definitivamente Lambrate, a Milano, in Italia e nel mondo come quartiere della creatività applicata al business e del business applicato alla creatività, zona del sapere fare, luogo del lavoro che fa bene.